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Smart Working, tutta la (poca) burocrazia che ti aspetta

23 Marzo 2020

Il Decreto emanato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri (DPCM) l’8 marzo 2020 prevede l’attivazione dello smart working agevolato. Questo permette agli uffici di non interrompere l’attività in una situazione di rischio per la salute e divieto di spostamenti. Si riprende qui la guida de Il Sole 24 ore pubblicata il 10 marzo 2020.

Cosa bisogna fare per attivare lo smart working?

Primo step: compilare la comunicazione obbligatoria generale disponibile sul portale Cliclavoro entro 5 giorni dall’adozione dello smart working. Le aziende possono iniziare da subito a far lavorare i dipendenti da casa.

Secondo step: l’informativa sulla sicurezza. Il datore di lavoro deve inviare ai propri collaboratori il modulo INAIL disponibile qui ma data la situazione emergenziale, fino a fine luglio viene meno l’obbligo di un accordo scritto tra impresa e lavoratore.

È comunque possibile per il datore di lavoro creare un regolamento e singoli accordi all’interno dell’azienda, senza seguire la procedura emergenziale, che comunque accorcia i tempi di attivazione.

I lavoratori possono lavorare da casa tutti i giorni?

In base alla legge 81/2017 che lo ha istituito, lo smart working prevede periodi svolti in azienda alternati ad altri all’esterno.

In situazioni di emergenza, il dipendente può lavorare da casa per l’intero orario lavorativo.

L’azienda deve fornire gli strumenti tecnologici (connessione, pc, tablet…) ai dipendenti?

Non è obbligatorio dato le più recenti soluzioni di smart working seguono la filosofia del “bring your own device” , tuttavia secondo la norma «il datore di lavoro è responsabile della sicurezza e del buon funzionamento degli strumenti tecnologici assegnati al lavoratore per lo svolgimento dell’attività lavorativa».

Attenzione però all’estensione dei regolamenti interni in materia di protezione dei dati, del segreto industriale e dati personali.

Il responsabile della sicurezza deve andare a casa del lavoratore per controllare la conformità ai requisiti di sicurezza contenuti nel decreto legislativo 81/2008?

Non è necessario.

Se il dipendente è in malattia o in quarantena o in isolamento fiduciario domestico può lavorare in smart working?

Per la legge, no.

Mensa aziendale: se il lavoratore lavora da casa ha diritto a ticket restaurants equivalenti?

Non è obbligatorio.

Durante lo smart working si può fare orario straordinario?

Se il datore di lavoro le autorizza o richiede preventivamente sì.

L’eventuale connessione internet fornita al dipendente costituisce un fringe benefit?

Non c’è una determina chiara in merito. Tuttavia, il rimborso dei costi sostenuti dal dipendente per utilizzare la connessione internet in regime di telelavoro costituisce «rimborso di spese di interesse esclusivo del datore di lavoro anticipate dal dipendente. Per le ragioni esposte, ai rimborsi in questione non vanno applicate da parte del sostituto le relative ritenute fiscali, previdenziali e assistenziali» (357/E del 2007).

Fonte: https://blog.wildix.com/it/smart-working-tutta-la-poca-burocrazia-che-ti-aspetta/

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